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FA MALE GUARDARE PORNOGRAFIA? - Psicologo Dottor Marra

FA MALE GUARDARE PORNOGRAFIA?

 In blog

Fa male guardare porno? E’ questa sostanzialmente la domanda che un team di ricercatori australiani e danesi ha posto, in una recente ricerca, ad un campione di uomini.
lo studio di cui parlerò è quindi un report/resoconto sulle abitudini e gli atteggiamenti di soggetti maschi interrogati sul tema della pornografia. È uno studio necessario per aiutare a chiarire quale sia l’effetto dell’ esposizione a materiale pornografico, sulla psiche, i comportamenti e la salute di chi ne usufruisce. Abitudine questa favorita dalla grande disponibilità e facilità di accesso al materiale pornografico propria dei tempi che stiamo vivendo.
È evidente la forte correlazione tra essere fruitore di pornografia e problemi di natura sessuale e relazionale. I detrattori della pornografia sostengono che questa:
-spinga gli uomini a vedere le donne come nient’altro che oggetti sessuali piuttosto che come esseri umani,
-Fa sì che gli uomini svalutino i loro partner perché li confrontano con le donne che vedono sullo schermo.
-Incoraggia gli uomini a cercare atti sessuali pericolosi o socialmente inaccettabili.
-E che contribuisca a rendere più probabili problemi sessuali come la disfunzione erettile e la bassa libido.
Le prove di tutto ciò non esistono, nel senso che non è provato un nesso causale. Esiste sicuramente, una forte correlazione tra l’uso della pornografia e le problematiche che sono state elencate, e si sente parlare molto spesso, in ambito clinico, di ragazzi che praticamente hanno annientato la loro vita sociale e relazionale e passano svariate ore al giorno a guardare materiale pornografico. Ma, lo ripeto, quello che constatiamo è una correlazione non un nesso di causalità. Una volta che si è rilevata una correlazione diretta si può affermare che due variabili (due fenomeni) aumentano e diminuiscono insieme. Ma questo non ci dice niente sul nesso di causalità; su qual è la causa e qual è l’effetto. Quindi, si potrebbe anche dire che sono le problematiche sessuali e relazionali, che causano l’uso eccessivo della pornografia. E c’è anche una terza possibilità: ciò che è noto come il problema della terza variabile. Vale a dire, potrebbe essere che sia l’uso del porno sia i problemi di relazione siano i sintomi di un problema di fondo sottostante, non evidente. Dobbiamo guardare sotto la superficie se vogliamo veramente capire la condizione umana.
Le ricerche che sono state svolte fino ad ora non hanno fatto altro che confermare il nesso correlativo. Per esempio, una domanda frequente all’interno di queste ricerche, consisteva nel chiedere agli uomini se hanno sentito che il loro partner era meno attraente dopo aver visto materiale pornografico; la risposta onesta era spesso “sì”. Tuttavia, la risposta alla domanda fondamentale, cioè se l’uso regolare della pornografia causi problemi sessuali o relazionali, è rimasta inevasa.

Chi si colloca su un piedistallo moralistico afferma che i “veri uomini” non guardano pornografia e che quelli che lo fanno sono spudorati senza dignità e meritevoli solo di disprezzo per il loro comportamento spregevole. Ma quanti sono gli uomini che guardano materiale pornografico? E come si sentono dopo averlo fatto? Sono compulsivamente attratti dalla pornografia senza averne nessun controllo, per poi odiarsi e vergognarsi per “l’atto sporco” che hanno commesso? Oppure gli uomini guardano il porno perché sentono che fornisce loro qualcosa di positivo? Sono sostanzialmente queste le domande che la squadra di psicologi australiani e danesi ha sondato in una ricerca del 2018 (di cui, nelle indicazioni sottostanti al video, fornisco il link all’articolo originario per chi volesse approfondire).
Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato oltre 300 uomini, che si sono dichiarati come eterosessuali, di età compresa tra 18 e 73 anni. Circa il 60% erano studenti universitari che partecipavano alla ricerca per ottenere dei crediti nel loro corso di studi, e questi partecipanti erano quasi tutti sotto i 25 anni. L’altro 40% è stato reclutato nella comunità più ampia, e questi erano per lo più di età superiore ai 25 anni. Circa tre quarti degli intervistati provenivano da paesi occidentali anglofoni.
Il sondaggio è iniziato con tre domande di tipo “ sì o no”:

-Hai mai visto la pornografia?
-Hai visto pornografia negli ultimi sei mesi?
-Sei mai stato un regolare fruitore di pornografia? (almeno una volta al mese per almeno sei mesi)
È stato anche chiesto: la frequenza delle visioni, la durata media di ogni visione, l’età alla quale hanno visto per la prima volta pornografia, e l’età in cui sono diventati un regolare spettatore di pornografia (quelli che lo sono diventati).

In seguito i partecipanti hanno risposto a 14 domande che valutavano l’effetto percepito del consumo di materiale pornografico all’interno di cinque ambiti1)sulla vita in generale, 2)sulla sessualità, 3)sull’atteggiamento nei confronti del sesso, 4)sull’atteggiamento nei confronti delle donne e 5)sulle conoscenze sessuali.
La metà delle domande è stata formulata positivamente (per esempio, “vedere la pornografia ha migliorato la mia vita sessuale”), e l’altra metà è stata formulata in modo negativo (per esempio, “la visione della pornografia ha reso la mia vita più problematica”). Ora vi darò una serie di dati numerici, tratti da questa ricerca, che sono importanti per avere una visione d’insieme del fenomeno:

Il 97% dichiara di aver visto pornografia in qualche momento della propria vita.
Il 94% dichiara di aver visto pornografia negli ultimi sei mesi.
L’ 82% si è definito spettatore regolare di pornografia.
La frequenza media delle visioni era di tre – quattro volte alla settimana, con sessioni della durata media di 15-30 minuti. L’età media del primo uso di pornografia era di 13 anni, e la maggior parte era diventata un normale utente di porno all’età di 16 o 17. Gli intervistati hanno riferito che gli effetti positivi del consumo di materiale pornografico, erano superiori agli effetti negativi, e questo su tutti e cinque gli aspetti indagati. A questo punto, suppongo che tu stia tirando un sospiro di sollievo o un sospiro di disperazione, a seconda dei tuoi atteggiamenti personali nei confronti della pornografia.
Ma, al di là delle opinioni personali, questi dati indicano che il consumo di pornografia è diventato un comportamento estremamente diffuso che coinvolge quasi tutti gli uomini della società occidentale. Inoltre, gli intervistati, asseriscono che gli effetti positivi di questa attività siano superiori a quelli negativi.
C’erano tuttavia tre riserve nei confronti della valutazione positiva al porno; tre variabili hanno dato origine a tre sottogruppi, di entità numerica ridotta, per i quali gli svantaggi della visione di pornografia erano superiori ai vantaggi. 1) La prima; quella minoranza di uomini (circa 18% del campione) che asserisce non essere mai stato un consumatore abituale di pornografia, coloro che riferiscono di aver visto pornografia solo sporadicamente nel corso della loro vita, hanno valutato che la pornografia ha effetti più negativi che positivi.
2) La seconda riguarda gli uomini che si sono dichiarati appartenenti a un credo religioso. E’ una categoria di uomini che nonostante valuti la pornografia come dannosa non ha fatto però registrare una minore frequenza di utilizzo rispetto agli uomini non religiosi. Molto probabilmente, questi uomini, vivono una situazione conflittuale mentre lottano per riconciliare il loro comportamento da una parte, e i loro principi e credenze religiose, dall’altra.
3)la terza è la variabile età. Sebbene sia gli uomini più giovani che quelli più anziani abbiano riportato un’esperienza generale positiva con il porno, gli uomini più giovani hanno anche indicato un maggior grado di effetti negativi rispetto agli uomini più anziani. Questo risultato è in contrasto all’opinione convenzionale secondo cui le nuove generazioni siano più aperte alla pornografia rispetto alla popolazione più anziana. I ricercatori ipotizzano che ciò sia dovuto all’esperienza sessuale. Giovani uomini inesperti che si rivolgono alla pornografia, più o meno consapevolmente, si faranno un’ idea del sesso con ciò che vedono, e, quando successivamente sperimentano la sessualità con una persona vera scoprono che il sesso reale non assomiglia affatto a quello che hanno visto su Internet. Differentemente, gli uomini più anziani che hanno maturato la loro esperienza sessuale prima che la pornografia diventasse ampiamente disponibile, sanno che il porno ha tanti aspetti poco realistici. Il porno quindi imposta aspettative inverosimili sugli spettatori inesperti, ma migliora (sempre a detta degli intervistati) la sessualità per coloro che sono più navigati al riguardo. Inoltre, molto probabilmente, il giovane che fruisce di pornografia, seppur aperto alla pornografia , potrebbe vivere un conflitto interno dovuto all’autovalutazione che scaturisce dal constatarsi inadeguato rispetto agli standard della cultura giovanile che svaluta a priori, senza riserve, l’attività sessuale solitaria-out erotica.

Certo, il fatto che gli uomini abbiano valutato come positivi gli effetti della pornografia non significa che abbia realmente degli effetti positivi. Se avessimo fatto un sondaggio, 50 o 60 anni fa, sugli effetti dell’abitudine di fumare, molto probabilmente gli intervistati si sarebbero espressi positivamente. Con questo non voglio creare nessuna analogia o similitudine tra pornografia e tabagismo, era solo per ribadire che la valutazione soggettiva di qualcosa è un dato che ha un valore solo per indagare la diffusione, le modalità, gli atteggiamenti e la percezione di un dato fenomeno.
Credo che sia salutare avere un atteggiamento aperto nei confronti della sessualità, in tutte le sue forme lecite, come un aspetto essenziale della natura umana, e che ci siano molte prove riguardo gli effetti deleteri sulla repressione della sessualità, ma, mantenendomi lontano da qualsiasi forma di moralismo, voglio concludere questa riflessione sensibilizzando sulla pericolosità insita in qualsiasi forma di dipendenza, ossessività e compulsività.
È un dato di fatto che la dipendenza da pornografia sia una realtà dei nostri tempi. Se tu dovessi constatare che la dipendenza da pornografia ti stia isolando, che stia menomando la tua capacità di entrare in relazione con le altre persone, che ti porti a sottrarre molto tempo alle attività scolastiche, lavorative o comunque importanti e salutari, è sicuramente arrivato il momento di fermarsi e riflettere sulla propria vita, magari facendoti aiutare.

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