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Perché per alcuni uomini è così difficile esprimere i propri sentimenti?

Perché per alcuni uomini è così difficile esprimere i propri sentimenti? L’ alessitimia normativa maschile

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Hai mai avuto problemi a trovare le parole per quello che senti, quello che provi? La maggior parte di noi ha incontrato questa difficoltà in un momento o in un altro della propria vita. Accade spesso proprio quando abbiamo più bisogno di essere in grado di spiegare noi stessi, di comunicare i nostri sentimenti, quando stiamo vivendo una crisi, un conflitto, o semplicemente vogliamo comunicare uno stato emotivo particolarmente intenso o complesso.
Se questo accade a te più di quanto sembri accadere ad altre persone che conosci, potresti soffrire di un problema chiamato “alessitimia” che letteralmente significa ” non avere parole per le emozioni “.
In tali frangenti, quello che molto probabilmente sta succedendo, è che stai provando qualcosa che non puoi immaginare dettagliatamente nella tua mente; non ti riesce, a partire da ciò che stai provando, di sviluppare una narrazione, di fare una sorta di cronaca appassionata di ciò che ti è successo e che stai vivendo. Volendo essere più analitici potremmo dire che l’alessitimia si manifesta attraverso una serie di difficoltà rispetto a: identificare, descrivere e interpretare i propri e gli altrui sentimenti.
La stragrande maggioranza degli alessitimici hanno e provano emozioni; semplicemente hanno difficoltà a riconoscerle, descriverle o capirle nella loro complessità; l’alessitimico è in grado di avvertire gli aspetti più grossolani delle emozioni; quindi se sta vivendo qualcosa di piacevole o spiacevole, se si sente attivato o “spento”, di riconoscere gli aspetti fisiologici del coinvolgimento emotivo (il battito cardiaco accelerato, tensioni muscolari, attivazioni -disattivazioni dell’apparato digerente ecc.)
Quindi, un paziente alessitimico può, per esempio, riferire di provare stati ansiosi o depressivi, ma li descriverà esclusivamente in funzione della loro piacevolezza-spiacevolezza e delle sensazioni corporee.
La mancanza di una consapevolezza completa delle proprie emozioni fa sì che si verifichi più spesso il fenomeno di esplosioni emotive incontrollate, mi spiego; il verificarsi di un’ attivazione emotiva inconsapevole, priva cioè della sua componente mentale, rende più probabile che questa proceda, all’interno della persona, senza alcun contenimento, senza nessuna analisi arginante, e che quindi aumenti fino a una soglia tale che risulti incontenibile, (ciò è causato dal fatto che, gli aspetti inconsci e fisiologici delle emozioni continuano indipendentemente dall’ esserne consapevoli o no). A questo punto la forte attivazione emotiva non può che essere agita in una forma scomposta, spesso in esplosioni di rabbia, o, comunque, utilizzando delle strategie che siano in grado di sopire o sfogare velocemente l’emotività vissuta come insopportabile. E sono quasi sempre comportamenti dannosi, solo per dirne alcuni: il bisogno di calmarsi con alcool o sostanze, disturbi de comportamento alimentare, ludopatia, ecc.
Vengo adesso a dare spiegazione del titolo di questo articolo: “perché per alcuni uomini è così difficile esprimere i propri sentimenti?”. Da molti studi è stato acclarato che la condizione dell’alessitimia è maggiormente presente negli uomini. Sia ben chiaro, è un fenomeno che interessa entrambi i sessi, ma c’è una piccola, ma non trascurabile, costante prevalenza maschile. Tanto che alcuni studiosi, primi fra tutti Ronald F. Levant, ex presidente dell’American Psychological Association, docente in varie università americane e famoso soprattutto per i suoi studi sulla psicologia maschile e sulla paternità, (Levant, R.F., Good, G.E., Cook, S.W., O’Neil, J.M., Smalley, K.B., Owen, K., et al. 2006) che hanno teorizzato di un’ alessitimia normativa maschile; una forma di alessitimia da lieve a moderata legata al genere maschile.
Cosa può determinare questa differenza di genere? Quale può essere la causa dell’ alessitimia normativa maschile? Ci sono sicuramente varie ipotesi, quella che presenterò qui è una spiegazione di tipo psicologico-sociale. Tutto parte dall’educazione dei bambini maschi allo stereotipo di ruolo maschile, che è spesso caratterizzato da una virilità fredda e distaccata, e quindi da una restrizione dell’ espressività emotiva. Ai bambini maschi viene insegnato, in maniera preponderante dalla figura paterna, un insieme di regole esplicite, ma più spesso non dette, secondo le quali le emozioni relative alla vulnerabilità, la paura e la tristezza, potrebbero farli apparire come deboli, e le emozioni relative all’attaccamento ( ovvero l’insieme degli atteggiamenti legati alla ricerca di protezione, sicurezza e di cure amorevoli) come bisognosi, non autosufficenti. Integrano il pensiero di Levant molti autori, primo fra tutti William Pollack, che nel suo libro ( “Real Boys Real Boys: Rescuing Our Sons from the Myths of Boyhood” Pollack, 1998): la cui traduzione potrebbe suonare: “salvare i nostri figli dai miti dell’adolescenza”, dove i miti incriminati sono indotti dalla cultura dominante, e trasmessi dagli adulti, denunciano che se sei stato “educato” ad essere un “uomo” significa che devi coincidere con un’immagine di forza e di indipendenza quasi caricaturale, ovvero che non hai bisogno di nessuno e che sei, imperturbabile, invulnerabile. Questo implica che se hai subito una battuta d’arresto, un fallimento, se hai ricevuto una critica o un rifiuto non ti concederai, non contemplerai il sentimento della delusione, dell’ essere ferito, ma adotterai delle strategie tese a sminuire l’importanza dell’accaduto e/o a svalutare la persona da cui le critiche provengono, a svalutare la relazione che ti legava a quella data persona. Insomma, tutto pur di non sostare in emozioni che potrebbero mettere in crisi l’ idea di una virilità del tutto autonoma e invulnerabile.
I sentimenti che hanno investito l’uomo alessitimico verranno esclusi dalla coscienza, non ne potrà parlare neanche in privato, ad un amico fidato, ma soprattutto non ne potrà “parlare” neanche a se stesso, non ci potrà riflettere sopra, non ci sarà quella che noi psicologi chiamiamo mentalizzazione dell’emozione.
Concludendo, per te che hai problemi di alessitimia, migliorare, aumentare, potenziare la tua capacità di riconoscere e descrivere le tue emozioni, avere le parole appropriate per comunicare gli aspetti importanti e intensi di ciò che stai vivendo è una sfida che non puoi eludere. È un’impresa facile? No. È un’impresa possibile? Sicuramente sì. Alcuni atteggiamenti preliminari che potrebbero aiutarti in questo percorso sono sicuramente il riconoscere, ammettere, e magari perdonarsi, di avere dei limiti, e concedersi la possibilità di farsi aiutare.

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