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terapie immaginative - Psicologo Dottor Marra

Terapie immaginative

Il razionale per lo sviluppo e l’utilizzo delle terapie immaginative in psicoterapia si fonda su due assunti fondamentali.

    1. La mente umana è particolarmente predisposta a generare immagini mentali; ovvero quelle particolari immagini che si formano indipendentemente dalla presenza delle informazioni sensoriali recepite, tramite gli organi di senso, dal mondo esterno. L’immaginazione è una particolare attività del pensiero che può essere di tipo imitativo-riproduttivo (quando rievoca figure mnestiche) o di tipo costruttivo-creativo (quando produce immagini mai appartenute all’esperienza diretta).
    2. Svariate evidenze psicologiche hanno appurato che la mente umana, e conseguentemente la vita delle persone, è dipendente in larga misura dei processi immaginativi-emotivi e molto meno da quelli verbali-logici-razionali.

La terapia immaginativa consiste nell’utilizzare la concentrazione per migliorare la vita delle persone. Banalmente, pensa all’enorme differenza che può esserci tra l’essere concentrato su ciò che è utile alla tua vita piuttosto che esserlo su ciò che è inutile, sul essere concentrato su aspetti immodificabili del tuo passato anziché su ciò che può essere modificato (in meglio), sull’essere concentrato sui tuoi obiettivi invece che farsi distrarre dai tuoi dubbi, dalle tue ansie e da tutto ciò che è irrilevante.

Le svariate procedure e tecniche immaginative possono essere riassunte ( in modo ovviamente semplificato e incompleto) affermando che: sviluppando la capacità di prestare una deliberata attenzione concentrata a ciò che è utile, consente di mobilitare le risorse specifiche per affrontare e gestire efficacemente le incombenze della vita.
Tenendo presente che la maggior parte dell’attività mentale è costituita da immagini, sensazioni ed emozioni, le procedure immaginative si muoveranno prevalentemente sul terreno dell’attività creativa ed intuitiva della persona. I contenuti delle sedute immaginative sono spesso costruiti su scenari metaforici dalla cui evoluzione emergono delle sagge indicazioni utili al benessere del paziente.

Con il lavoro immaginativo le intorpidite risorse delle funzioni intuitive ed emotive del paziente vengono riattivate. Il paziente, con l’accompagnamento del terapeuta, riprende dolcemente contatto con degli aspetti e modalità mentali da tempo scarsamente utilizzati o del tutto bloccati. L’intervento immaginativo ristabilisce una connessione tra aspetti importanti della persona che, per qualche motivo, erano rimasti isolati e inutilizzati.
I percorsi immaginativi, per esempio, sensibilizzano i pazienti all’ascolto del corpo e dei suoi segnali; viene ripristinata una fruttuosa e armonica connessione tra il fisico e mentale.

Finalmente i segnali corporei diventano, agli occhi del paziente, elementi di autoconoscenza e guida, non sono più dei disturbi o fastidi che vanno curati eliminandoli o sedandoli; assurgono al ruolo di sentinella, sono segni che informano, con modalità del tutto caratteristiche, ma facilmente comprensibili una volta che vi si presta la giusta attenzione, dei pericoli e delle opportunità a cui le azioni che compiamo e gli stili di vita che adottiamo, ci espongono. Il corpo con i suoi elementi diventa un alleato da curare, a cui prestare ascolto con attenzione.

Una tale consapevolezza può garantire una migliore gestione delle emozioni.​ Infatti, una volta ristabilita la connessione psicofisica, l’irruente attivazione corporea, determinata dagli stati emotivi, non ha più un effetto spiazzante, la strada per la sua integrazione e mentalizzazione è stata distesa.

La mente, stimolata e attivata da opportune immagini metaforiche può correre in soccorso con il suo potenziale iconico, intuitivo e creativo, stabilendo la possibilità di un equilibrio solido e duraturo.

Le modeste risorse del ragionamento logico-lineare vengono integrate da un sapere ben più solido ed esteso le cui radici profonde affondano nel “magazzino” di risorse che la natura e l’esperienza hanno ben rifornito ciascuno di noi, così, il paziente, intuisce e “respira” il potenziale su cui può fare affidamento e abbandona serenamente la sintomatologia, figlia di limitati ragionamenti logici – linguistici, affidandosi al suo sentire.​

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