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Sai creare i giusti i confini nelle tue relazioni? - Psicologo Dottor Marra

Sai creare i giusti i confini nelle tue relazioni?

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Sai entrare in relazione con le altre persone preservando la tua individualità? Si sente spesso parlare dell’importanza di definire confini personali nella nostra vita. Ma creare confini sani è più facile a dirsi che a farsi. Esploriamo le sottigliezze. Rimanere se stessi, nelle relazioni con altre persone, è un’arte che si acquisisce con il tempo, la pratica e l’esperienza. Avere confini significa onorare noi stessi come individui separati, con bisogni e desideri che spesso differiscono da quelli degli altri. Distinguere ciò che vogliamo da ciò che gli altri vogliono da noi.
Senza confini sani, permettiamo agli altri di ignorare i nostri sentimenti e desideri. Potremmo essere mangiati vivi da persone che hanno le idee molto chiare su quello che vogliono!
I confini sono un’espressione esterna della profonda consapevolezza e affermazione di ciò che è importante per noi. In primo luogo, dobbiamo sapere cosa stiamo vivendo. Quindi identifica i tuoi limiti fisici, emotivi, mentali. Considera cosa puoi tollerare e accettare e cosa ti fa sentire a disagio o stressato. Ci sentiamo imbarazzati o arrabbiati dal commento ironico-sarcastico di qualcuno? Siamo veramente entusiasti di far visita ai genitori di nostra moglie/marito o preferiremmo fare qualcos’altro?
A volte per erigere confini è necessario fare una pausa abbastanza lunga. Se non siamo sicuri di cosa attraversa la nostra mente e il nostro cuore, se non abbiamo ben chiaro in quale situazione ci troviamo, dobbiamo rallentare e concederci il tempo necessario per essere ben presenti e collegati a ciò che stiamo vivendo. Solo così avremo, la possibilità di osservare ciò che è in sintonia con il nostro essere e cosa no.
A questo punto è necessario fare una precisazione; esprimere il nostro “no”, i nostri bisogni, non può essere totalmente scollegato da come influenzeremo la vita degli altri, dalle ripercussioni che si determineranno sugli altri e sulle nostre relazioni . In altre parole, voglio farti riflettere che l’aspetto più difficile dell’ erigere dei sani confini, consiste nell’ottenere un sano equilibrio, in modo da escludere comportamenti grettamente egoistici e autoritari, da una parte, e, dall’altra, far rispettare i nostri bisogni essenziali e i desideri legittimi. Vediamo un po’ più nel dettaglio queste due situazioni estreme che ti ho appena accennato. Ignorare i propri desideri per servire e compiacere gli altri spesso proviene da un esasperato bisogno di approvazione esterna. Questo si verifica quando la nostra autostima è perlopiù in funzione del giudizio e delle opinioni esterni che riceviamo dagli altri, diventando così disponibili a soffocare la nostra essenza più profonda in cambio di approvazione.
Altresì, questo estremo bisogno di gratificazione esterna potrebbe indurti ad evitare qualsiasi autoespressione che potrebbe portare a disaccordi o conflitti, illudendoti che sia un buon mezzo per ottenere armonia e serenità nelle relazioni. Molto probabilmente è una prudenza controproducente. Soffocare i propri bisogni più essenziali, al fine di mantenere la pace, è il fondamento per disconnettersi da sé stessi e creare un risentimento che sarà rivolto sia verso la persona con cui entri in relazione che contro te stessa/o. L’intimità soffre in un clima di auto-abbandono e auto-tradimento.
Forse anche il modo in cui sei cresciuto/a nella tua famiglia e il ruolo che hai ricoperto in essa può diventare un ulteriore ostacolo nel fissare e preservare dei sani confini. Se hai ricoperto il ruolo di “badante”; colui/lei che si prende cura degli altri, potresti avere imparato a concentrarti sugli altri, lasciandoti prosciugare emotivamente o fisicamente. E quindi, l’ignorare le tue esigenze, potrebbe essere diventato una norma che si è insinuata nel tuo essere a tua insaputa, subdolamente. Potrebbe essere arrivato il momento per te ti osservare le persone con cui ti circondi, valutare se i rapporti sono reciproci, se c’è un sano dare e avere?
L’altro estremo è essere totalmente concentrati su noi stessi e non essere interessati a come stiamo influenzando o turbando le persone con cui interagiamo. Lasciando da parte le motivazioni relative a tratti narcisistici  (e manipolativi) che possono determinare un tale atteggiamento, in quanto non ne ho già parlato diffusamente in altri articoli, a cui ti rimando, un’altra tipica causa può avere le origini in passate e ripetute situazioni di privazione in cui ci siamo risentiti, con gli altri ma soprattutto con noi stessi, per esserci trascurati. E quindi, da tale posizione ci siamo induriti e abbiamo eretto i nostri confini con dei criteri estremamente rigidi e aggressivi, perdendo l’interesse e la sensibilità nei confronti degli altri. Essere guidati prevalentemente dai nostri “no” difensivi, o aggressivi, ci porta ad isolarci e ad esigere cose, da noi stessi, e dagli altri, che non ci nutrono veramente, profondamente. Ci priviamo della ricompensa emotiva che proviene dall’entrare in intimità con le altre persone e dall’intraprendere un caloroso e gratificante scambio cooperativo.
Quindi non farti fuorviare dal termine “confine”; ti potrebbe far pensare a qualcosa di rigido, freddo e indeformabile, un confine con tali caratteristiche potrebbe essere utile soltanto quando si è maltrattati o non rispettati, ma, più spesso, ci troviamo alle prese con un arte raffinata in cui sosteniamo dolcemente ciò che vogliamo mentre stiamo attenti a ciò che gli altri sentono e vogliono. Possiamo sempre tenere il nostro “No” più duro come un’estrema risorsa, mentre ci impegniamo in un dialogo rispettoso. Ci permettiamo di essere influenzati perché siamo disponibili ad imparare dalle altre persone, ma senza permettere agli altri di mancarci di rispetto.
Trovare una via di mezzo arriva con l’esperienza; è uno dei doni della maturità. Ci vuole tempo, pratica e errori abbondanti per conoscere i nostri limiti e sapere fino a che punto ci sentiamo a nostro agio nell’adattarsi alle esigenze degli altri. E’ attraverso la pratica di conversare cooperativamente, in cui onoriamo i nostri sentimenti e bisogni, mentre onoriamo l’esperienza altrui, che creiamo un clima per le relazioni intime e amorevoli che desideriamo.

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